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AGOSTO

...quando un atto di assoluta follia ti rende libera...


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Agosto è sempre stato il mese dell'anno che ho atteso con più desiderio.

Per me rappresenta da sempre il culmine dell'estate: l'ultimo sfavillante sole prima del declino dell'autunno.

E' il mese delle ferie, l'astinenza dal lavoro mi procura quel fremito di libertà che raramente mi si smuove dentro.

Dentro il mio agosto ci sono i progetti e i desideri di tutto un anno concentrati in quelle piccole, ma grandi settimane.

Così, dai primi freddi di fine ottobre, comincia il mio rituale di aspettativa: più maglioni indosso, più attendo il mio caldo e più ci sogno dentro.

Nell'ultimo decennio Agosto è stato il mio mese sprecato: tanta stanchezza da recuperare, ospedali, malattie, infiniti problemi da risolvere.

Così torno al lavoro frustrata, ancora più stanca e con una profonda amarezza legata al mio non vissuto.

In questo agosto qualcosa si è rotto.

Una serie di malaugurati avvenimenti: l'impossibilità di fare le vacanze con i miei amici per problemi economici, i soldi che non arrivano da mesi, il surgelatore di mio fratello che ho ucciso con un milione di roba dentro, l'ansia per la sua reazione e poi il bagno, i tubi del mio bagno hanno cominciato a perdere acqua ed ha piovuto dal soffitto del salotto per dieci giorni.

Ciò che mi ha rotto, non è stato l'avere Saturno contro, quello che mi ha spezzata è stata la consapevolezza che vivevo in una situazione nella quale veniva annientata la cosa per la quale io sono felice di essere io: la mia indipendenza.

E' inutile che vaneggiassi nell'alibi della responsabilità altrui, se accettavo la situazione, io ne ero la colpevole.

Uso un imperfetto, perché nel presente indicativo di un lunedì mattina, sono andata al lavoro e mi sono licenziata.

Data la mia età, un bel salto nel vuoto senza paracadute!

Uno splendido salto nel vuoto.

"Ci saranno momenti duri", penso mentre cammino a passo svelto sotto il sole di settembre, ma questo sentirmi liberata è impagabile. E' la sensazione più vicina alla libertà che abbia mai provato da tanto, tantissimo tempo.

Io non so cosa mi riserverà il futuro, quanto del mio desiderio e della mia volontà occorreranno per trovare una nuova dimensione lavorativa, ma quello che assolutamente non rimpiango è quell'atto di assoluta e straordinaria follia che mi ha reso di nuovo viva e libera.

I problemi non si sono risolti, è che adesso non sono più prioritari, non sono sconvolgenti, non sono più condizionanti.

I cambiamenti avvengono per crescita e per rivoluzione.

L'una non esclude l'altra, ma mi piace carezzarmi nel pensiero che bisogna essere "grandi" per acquisire la consapevolezza del cambiamento.

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